"Per l'onore e per la patria"
"Ai martiri della Rivoluzione"
Che il tempio ossario di Udine sia stato costruito in piena era fascista è un fatto evidente alla prima occhiata. Ma pochi sanno quanto e come il fascismo influenzò realmente la realizzazione dell'opera, anche attraverso una buona quota di finanziamenti. E non soltanto con la scelta di affidare 'in corsa" un restyling del progetto dell'architetto udinese Provino Valle al romano Alessandro Limongelli, pronto ad accontentare i desiderata del regime che chiedevano che l'opera fosse più imponente.
Ecco invece cosa c'è di più. Quello che il Tempio Ossario ha 'celato" per un brevissimo periodo è una vera e propria cripta intitolata ai 'martiri fascisti". Nello spazio ora occupato dalla tomba di monsignor Clemente Arturo Cossettini, il parroco che tanto si adoperò per la realizzazione dell'opera, per un breve periodo trovarono spazio invece otto tombe di altrettanti squadristi, 'caduti sul campo". Non tombe uguali a quelle dei 23mila soldati i cui resti sono raccolti dalla fine degli anni Trenta nella cripta e nei locali del monumentale Tempio Ossario. No, le otto tombe, a dispetto della volontà di voler celebrare i tutti i caduti in egual modo, avevano caratteri cubitali sulla lapide, un marmo speciale ad avvolgerle e una spazio riservato.
Tra i 'martiri fascisti" lì sepolti c'erano i resti di Pio Pischiutta, morto a Pordenone nel maggio del 1921 durante una manifestazione sindacalista. Accanto a lui Edgardo Beltrame, deceduto il 30 ottobre del 1922; Arturo Salvato (10 giugno 1921); Giuseppe Da Pozzo (3 dicembre 1922); Giovanni Gorin (10 dicembre 1922); Alfredo Giorgini (19 febbraio 1923); Giuseppe Gentile (16 marzo 1924) e Alberto Vendramini (primo settembre del 1929). I resti di almeno cinque degli otto 'martiri fascisti" sono stati trasferiti al cimitero di Udine sotto il monumento per i caduti della rivoluzione fascista. Un monumento che una proposta dell'ex consigliere comunale Cosimo Politi, che giace da tempo in Soprintendenza, vorrebbe veder dedicato anche ai caduti della Rsi. ( fe.ba.)